Forse, conviene partire da ciò che NON sono.
Non sono una persona con la quale sia semplice avere a che fare, perché spesso non sono allineato con il resto del mondo. Che non significa che sia un anarchico insurrezionalista, eh… anzi! Le regole le rispetto. Anche troppo. Anche quando mi creano uno svantaggio, di qualsiasi tipo sia.
Non sono una persona che anteponga il proprio interesse al lavoro o ai rapporti interpersonali. Anche se, alla lunga, questo non paga.
Non sono una persona bugiarda. Anzi, dico sempre tutto ciò che penso ai diretti interessati. Non con arriganza: con la volontà che l’altra persona sappia ciò che penso, per regolarsi nei propri rapporti con me.
Non sono nulla di tutto ciò… ma sono anche altro.
Sono una persona che crede ancora alle strette di mano.
Che cerca di portare avanti con coerenza ciò che si propone (e propone agli altri) di fare, non senza essere pronto a rivedere tutto qualora le convinzioni sulle quali mi basavo venissero minate.
Sono una persona che ascolta. Un po’ per lavoro, ma un po’ perché è nella mia natura.
Sono una persona che cerca sempre di fare sì che “gli altri”, chiunque siano, possano vivere sereni e soddisfatti, anche mettendosi in gioco personalmente per raggiungere questo risultato.
Sono un papà. E dopo averlo desiderato tanto, adesso non so capire che tipo di papà sia. Né se stia svolgendo al meglio il mio ruolo.
Sono un dirigente scolastico. Ormai dal 2012. In una scuola che, da punto fermo della società, sembra ne stia diventando un problema.
Sono anche un insegnante. Perché se lo sei, lo rimani tutta la vita.
Sono un informatico. O, meglio, lo ero. Ho lavorato come consulente per anni, dopo la laurea in Scienza del’Informazione, smettendo solo quando ho vinto il concorso da Dirigente.
Sono stato un arbitro di calcio, cominciando in età troppo avanzata per poter ambire a grandi palcoscenici, e ringrazio ancora oggi quella scuola di vita che è stata il campo. Dove eri solo contro tutti. Perché tu on eri contro nessuno, in realtà, ma gli altri…
Sono un tifoso dei Grigi. Di quella maglia unica al mondo, che mille vicissitudini e fallimenti ha dovuto subire. Per poi ripartire sempre.
Sono uno scribacchino. Racconto storie inventate, raccolgo materiale su storie vere, di serial killer, e scrivo componimenti che talvolta mi azzardo a definire “poesie”.
Sono anche membro del Mensa Italia. Quasi con sorpresa. E, da qualche mese, so di essere anche ADHD, cosa che avevo sempre sospettato.
Sono Roberto. Non è obbligatorio avere a che fare con me.
Se dovesse capitarvi, però provate a considerare queste poche righe per essere pronte e pronti a confrontarci.